Turismo sostenibile, esperienziale e di prossimità: il turismo nella Romagna post Covid

Il futuro del turismo in Romagna post covid
Tempo di lettura: 8 minuti

3 Agosto 2023

Scopri come overtourism, crisi climatica e cambiamento sociale stanno influendo sul turismo in Romagna e quello globale


La crisi climatica è una delle cause dell’alluvione in Emilia Romagna di maggio. Tragica evidenza del fatto che il cambiamento climatico in atto influisce sempre più sulle nostre vite. Abito a Lugo di Romagna: la mia casa, la mia famiglia, la mia vita sono state fortemente colpite dall’alluvione e ancor di più dalla gestione di questa. Se vuoi approfondire, qui trovi tutti gli articoli che ho scritto sull’alluvione in Emilia Romagna.

La riviera romagnola è stata, per sua fortuna, sfiorata dal disastro. Nonostante ciò i media hanno fortemente calcato sul racconto della distruttività dell’alluvione sul turismo romagnolo. Ma a ben guardare, le più importanti conseguenze dei cambiamenti climatici sul turismo non sono quelli diretti (danni alle strutture ricettive, ad esempio). Quelli indiretti possono essere persino più incisivi.

Sul turismo non grava soltanto la crisi climatica: il comparto, a livello globale, è uno dei più liquidi e in evoluzione. Quasi totalmente bloccato nel 2020, per le misure di contrasto alla pandemia da Covid, in questo 2023 il turismo è ripartito alla grande.

Come e dove sta andando il turismo in Romagna? In quest’ articolo analizzeremo i trend principali del turismo globale e come possono inserirsi nel panorama del turismo in Romagna post Covid.

Il turismo è in forte ripresa: attenzione alla minaccia overtourism 

Una spiaggia spagnola presa d0assalto dai turisti: l’overtourism è un fenomeno sempre più diffuso

Secondo i dati di FlightRadar24, nella settimana scorsa sono stati registrati più di 200 mila voli al giorno, superando il record del 2019, che è stato l’anno migliore di sempre per il settore. Questo significa che le persone hanno voglia di viaggiare, di scoprire nuovi luoghi e di vivere esperienze diverse.

Il turismo, però, non è distribuito uniformemente nel mondo, ma alcune destinazioni attraggono la maggior parte dei flussi. In Europa è il caso di Parigi, Marsiglia, Lanzarote, Praga, Amsterdam, Barcelona. In Per approfondire trovi un interessante articolo di Forbes che ti accompagna per le principali città europee affette da overtourism.

Cos’è l’overtourism

Overtourism è un fenomeno che si verifica quando un numero eccessivo di turisti, rispetto alle strutture e infrastrutture ricettive, affolla una destinazione. Questo fenomeno, che si è sviluppato negli ultimi 10 anni, porta devastanti danni ambientali ma anche al patrimonio artistico e culturale (pensa al turista che ha sfregiato il Colosseo a Giugno, uno dei tanti atti vandalici che accadono per mano di turisti in contesti di sovraffollamento). L’overtourism porta anche importanti danni alla qualità della vita dei residenti quale l’ aumento dei prezzi, della congestione e dell’inquinamento.

Ti faccio un esempio: hai già passato le tue vacanze a Roma: ne conosci l’offerta, l’accoglienza e i servizi. Prenoti, pagando dal 20 al 30% in più (questi sono gli aumenti che in media incontriamo sull’offerta turistica nazionale, quest’anno) ma all’aumento di costo non corrisponde un maggiore servizio, anzi. La meta, a causa dell’overtourism, sarà iper affollata e quindi sarà più difficile accedere ai servizi. Ad esempio farai fatica a trovare i taxi, prenotare le cene, accedere alle proposte museali; i locali sovraffollati faranno più fatica a mantenere temperature gradevoli. Tutto concorrerà perché la tua esperienza non possa essere affatto positiva, ancor più per il fatto che avevi visitato la città in un periodo precedente, quando non era ancora affetta da overtourism.

La sfida dell’overtourism è un’opportunità per la Romagna

Il Turismo in Romagna post Covid ha grandi prospettive, ma anche sfide importanti

In Italia, in quest’estate 2023, città come Roma, Firenze, Venezia e Milano sono state prese d’assalto dai visitatori. Come conseguenza i prezzi sono lievitati, l’accesso ai servizi e la percezione della qualità dell’esperienza sono peggiorati.

Le destinazioni più periferiche, che possono offrire un’esperienza più autentica e sostenibile, stanno aumentando il loro valore percepito dai turisti. E’ il caso di molte destinazioni romagnole e, in modo veramente eclatante, dell’appennino Romagnolo. La destinazione degli appennini tosco-romagnoli dal 2019 sta vivendo un vero e proprio boom di presenze turistiche: +21,2% per le presenze e +33,2% per gli arrivi.

La Romagna può cogliere queste tendenze per sviluppare un turismo post-COVIDdi valore. Ma perché questo succeda è importante accogliere alcuni cambiamenti e metterne in atto altri. E trovare (o ritrovare) guide valide. Nei prossimi paragrafi provo a proporre uno scenario in cui credo molto.

Il cambiamento del mercato del turismo: microinfluencer, passaparola, verticalizzazione: l’esempio dell’Albania

Una spiaggia di Ksamil, in Alabania, un esempio di proposta turistica molto ben studiata nata dalle ultime evoluzioni del mercato

Un’altra sfida è quella del cambiamento economico. Per gli europei è oramai un lontano ricordo la trasversale disponibilità di voli a prezzi stracciati. Non torneremo più all’età dell’oro degli anni ’90, quella che ha dato i natali al turismo low cost europeo. Ma questo non è affatto un male: da marketer so bene che il mercato si riposiziona, sempre

Oggi fare surf in Cornovaglia costa 4 volte quanto nel 2018 (è una meta estremamente affetta da overtourism da tempo). Stanno di fatto arrivando nuove destinazioni che vanno a colmare la richiesta di chi in questo momento magari ha uno stipendio più basso e non può permettersi la Cornovaglia. Ottimo è l’esempio dell’Albania. Dal 2019, ha messo a punto un’offerta turistica fortemente basata sui micro influencer. Super economica, propone destinazioni estive molto interessanti a dei prezzi bassi! Mete come Shëngjin e Velipojë, ad esempio, si stanno verticalizzando sempre più su clienti giovani che amano il mare, lo stile di vita nomade, la van-life.

L’alluvione in Romagna e le sfide che il cambiamento climatico porta al turismo

La parte crollata dell’abbazia di Santa Maria del Monte Monte. Per investire sul Turismo in Romagna post Covid è necessario mettere in sicurezza il patrimonio culturale, artistico e naturalistico del territorio

Il cambiamento climatico è una delle emergenze più gravi e urgenti del nostro tempo. Ha importanti ripercussioni anche sul turismo.

Le alluvioni e frane che hanno distrutto buona parte del territorio Romagna quest’anno hanno colpito anche il patrimonio storico-artistico-naturalistico romagnolo. Il nostro, infatti, è un territorio denso di edifici antichi, musei, attività artigianali e artistiche. Nella mia sola Lugo, l’acqua del canale Emiliano Romagnolo e delle piene dei fiumi limitrofi hanno danneggiato il settecentesco Teatro Rossini, ad esempio, che era stato appena rinnovato dopo un lungo e costosissimo restauro. La biblioteca Manfrediana di Faenza, il museo Carlo Zauli, sempre a Faenza, sono stati ricoperti di acqua e fango. A Cesena è crollata una parte delle mura dell’abbazia di Santa Maria del Monte Monte. La lista è lunga.

L’Emilia Romagna deve, quindi, imparare a mettere al sicuro il proprio territorio (mettendo a punto efficaci politiche ambientali, non solo a parole!) se vuole affermarsi come meta artistica, naturalistica ed esperienziale.

Parola d’ordine in Romagna: creare esperienze e destagionalizzare

Il turismo collinare in Romagna sta vivendo un vero e proprio boom di popolarità

Il cambiamento climatico influisce anche sul comportamento e sulle preferenze dei viaggiatori, che devono adattarsi a scenari diversi e incerti. L’ aumento delle temperature e dell’umidità nelle aree costiere le rende meno appetibili per il turismo del popolo dello sdraio. Non è un caso il fatto che lo “Scandi summer trend” oggi sia molto più di un trend. Trascorrere le vacanze estive nelle aree scandinave, o comunque del Nord Europa, non è più una scelta di nicchia o alternativa, ma sta diventando sempre più popolare.

La formula turistica romagnola, che basa la sua offerta esclusivamente sul binomio assoluto hotel-spiaggia, perde di attrattività anche a causa del clima estivo rovente. Tra restare a sfrigolare sotto il sole senza nient’altro da fare a Riccione e godersi il tepore sull’isola di Bornholm, hey… l’ago della bilancia comincia a pendere verso i fiordi, non lo credi anche tu?

La questione può cambiare se, alla rovente spiaggia romagnola, si abbinano esperienze e attività che portano i turisti a essere esposti per meno tempo alla calura e a crearsi un bagaglio di emozioni memorabili. La Romagna ha tanto potenziale in questo senso, ma perché si possa passare ai fatti serve che il comparto turistico si affidi a una guida competente. Si rende anche necessario che l’ospitalità alberghiera non sia più l’unico ago della bilancia del turismo romagnolo (per definire una stagione turistica positiva, ancora oggi, si guarda il numero di ospiti nelle strutture alberghiere). Serve un approccio più olistico.

Inoltre, il cambiamento climatico offre un’importante spinta a destagionalizzare il turismo romagnolo e uscire dal tridente Turismo Romagnolo-riviera-estate. La Romagna, infatti, può abbinare alla ricettività storica costiera il grande patrimonio di risorse della pianura e delle colline.

Il cambiamento climatico è insieme una sfida importante. Per il turismo, se ben sfruttato, può anche offrire opportunità. Certo che per coglierle, il territorio romagnolo deve mettere a sistema

  • Messa in sicurezza del territorio,
  • Diversificazione dell’offerta turistica,
  • Valorizzazione delle risorse locali,
  • Destagionalizzazione dei flussi turistici,
  • Crescita e promozione di nuove destinazioni

Il turismo in Romagna post Covid chiede integrazione: i tour operator alla guida dell’evoluzione

Santarcangelo di Romagna: un borgo che regala splendide esperienze enogastronomiche e culturali, emblema del turismo in Romagna post Covid

Il turismo è un settore molto frammentato, composto grossomodo da 4 macrosettori:

  • l’ospitalità alberghiera,
  • il variegato e frammentato comparto di ospitalità extra alberghiera (i B&B, case vacanza, ostelli etc),
  • il complesso mondo dei trasporti
  • il variabile e disaggregato mondo dell’esperienza (gite, tour, le attività)

La Romagna deve raggiungere l’ambizioso obiettivo di mettere a sistema tutti i settori e farli relazionare fra loro. Solo così facendo, infatti, potrebbe riuscire a implementare tutti i cambiamenti che rendono possibile l’evoluzione dell’offerta turistica in linea con le direzioni dei mercati e dei turisti.

Una risorsa fondamentale per la Romagna in questa evoluzione è rappresentata dai tour operator di destinazioni. Si tratta di tour operator specializzati in determinate destinazioni che agiscono come intermediari tra i servizi (hotel, compagnie aeree, operatori turistici locali) e i turisti. Il loro ruolo consiste nel garantire la qualità delle esperienze e gestire problemi o le esigenze. Questo li porta ad essere i primi ad avere il senso delle esigenze del mercato e le direzioni che sta prendendo.

Ecco alcuni trend che le governances del turismo romagnolo, sotto la guida dei tour operator, hanno l’opportunità di rintracciare:

  • Turismo sostenibile: i viaggiatori saranno sempre più attenti alla sostenibilità dei loro viaggi e che regalino loro l’esperienza di avere fatto scelte costruttive per loro, per le persone del luogo e per il territorio. Il bike tourism, ad esempio, ha avuto un forte sviluppo.
  • Turismo esperienziale: i viaggiatori saranno alla ricerca di esperienze uniche e memorabili. Sono tante le esperienze autentiche che può trasmettere un territorio ricco di storia, cultura e ambienti naturali come la Romagna. Il turismo dei cammini è in continuo aumento proprio per la ricchezza di esperienze.
  • Turismo di prossimità: il concetto di turismo, durante i 3 anni di limitazioni Covid, si è sfrancato dal viaggio esotico o meta lontana. Oggi sono in crescita i turisti che prediligono destinazioni vicine a casa.
  • Turismo di gruppo: viaggiare in piccoli gruppi, per condividere esperienze e fare nuove conoscenze, sta tornando in auge. Questo è molto legato all’aumento del lavoro da casa così come di lavori che prevedono attività in autonomia. Inoltre, si tratta di proposte turistiche che spesso permettono di limitare i costi e sono predilette dai giovani e da chi abbia budget più limitati.

Per concludere, il turismo in Romagna post-COVID deve saper cogliere le nuove tendenze e le nuove esigenze dei viaggiatori, offrendo loro un’offerta turistica di qualità, sostenibile e diversificata. Questo richiede una collaborazione tra tutti gli attori del settore, che devono superare la logica della disintermediazione e puntare su una maggiore sinergia e complementarità. In quest’ottica, la capacità di percezione dei tour operator diventa il faro alla guida di tutto il comparto turistico. Solo così la Romagna potrà consolidare il suo ruolo di destinazione turistica di eccellenza e attrarre un turismo sostenibile e di vero valore per tutti.

Per approfondire

Sono Elena Resta, abito a Lugo di Romagna, nella mia amatissima provincia di Ravenna. Mi occupo di web marketing e strategie narrative. 

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