Secondo Casadei e il Natale in Romagna

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15 Dicembre 2022

Natale in Romagna: la dolcezza di un tempo lontano che ha ancora tanto da darci

Il racconto di Natale che stai per leggere fa parte dell’appuntamento mensile con la storia del liscio. È un progetto di narrazione territoriale che nasce dalla collaborazione di Piadina Story con Casadei Sonora Edizioni Musicali, fondate da Secondo Casadei! Racconto l’identità culturale cui hanno contribuito la musica romagnola autoriale e le orchestre di liscio romagnole

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Protagonisti del racconto sono Nonno Fuì, il nonno di Forlì, e la nipotina Nicole. Entrambi sono personaggi di mia invenzione. Per creare il personaggio dell’ottantaseienne Nonno Fuì mi sono ispirata ai miei amatissimi nonni Gino e Realdo (Classe 1912 e 1913). Mentre per Nicole mi ispiro ai miei figli, così giovani e tanto innamorati dei racconti dei loro nonni.

Il Natale dei ricordi non deve mai togliere spazio al presente

«Nicole, vèn aquè. Dam una man» «Nicole vieni qui. Dammi una mano» chiama nonno Fuì rivolgendosi verso la tromba delle scale interne. Collegano il suo appartamento con quello superiore, in cui vivono la figlia e la sua famiglia. Da quando nonno Fuì ha festeggiato gli ottant’anni, quelle scale sono ripide quando lo è il Pordoi per il ciclista della domenica. Meglio che scendano le gambe da gazzella della nipote per risparmiare la salita alle legnose zampone del nonno.

«Arrivooo». L’urlo squarcia l’appartamento per poi farlo ricristallizzare nel silenzio invernale. Quel silenzio riscaldato dal rombo soffocato della caldaia e dall’allegro scoppiettio della legna che brucia nella stufa del salotto. Sul cornicione della stufa, la buccia di un mandarino rinsecchita profuma la piccola cucina e riavvicina il nonno agli odori dei ricordi che, da bimbo, connotavano il suo Natale. Che nostalgia.

Micia, acciambellata sulla poltrona del nonno accanto alla stufa, alza due baffi e sbuffa per ritornare a dormire. «Eh t’é rason, hai ragione, cara la mia micia. Quando era una bambina non avevo mica bisogno di pregarla per aiutarmi a fare l’albero di Natale. Cominciava a darmi il tormento già a Novembre, quando cambiava l’ora. Adorava fare l’albero. Invece adesso…»

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Il Natale in Romagna: i ricordi

Nonno Fuì non fa tempo a terminare il brontolio che Micia sussulta e raddrizza le orecchie mentre un turbine di gioia investe la casa. «Nonno! si, dai facciamo l’albero e cantiamo Nadel in Rumagna!» Addio silenzio rumoroso. E meno male.

L’è Nadèl sòta e’ zil
dla mi bèla Rumagna
tota biènca la campagna
tota in fèsta l’è ogni cuntrèda

Nicole ha 14 anni e sempre le cuffie nelle orecchie. Ascolta la musica dei suoi coetanei, ma proprio come i suoi coetanei è alla scoperta delle sue radici. Per questo motivo, fa parte di quei giovani che portano avanti il recupero della musica popolare romagnola, grazie al quale il liscio e la musica autoriale romagnola stanno tornando nelle piazze della Romagna.

«Mi racconti i tuoi natali di quando avevi la mia età?» Nicole ha la testa infilata in un fusto del Dixan che, a dir poco, avrà 40 anni. Il fusto ha il profumo pungente del detersivo misto alla polvere accumulata. Contiene le decorazioni di natale vintage che tanto fanno impazzire la giovane Nicole. Nonno Fuì aveva l’età di Nicole negli anni ’50

Anni ’50: arriva l’alfabetizzazione in Italia e con essa la letterina di Natale. Per i papà

«Devi sapere che quando avevo la tua età, il Natale non era come oggi, nella mia famiglia l’unico regalo che si faceva era la letterina per il papà che scrivevamo a scuola. E a noi bambini arrivavano noci e uno o forse due mandarini» Il profumo della buccia che asciugava sui cerchi di ghisa della cucina economica, quello non lo dimenticherà mai.

Lentamente si siede sul divano, e lascia fluire i ricordi. Micia comincia a fare le fusa. Il silenzio finalmente, non abita più il piccolo tinello.

Nonno Fuì, classe 1939, era studente proprio negli anni del dopoguerra in cui l’Italia portava la nazione da un’ alfabetizzazione inferiore al 15% dell’inizio ‘900 all’87% di fine anni ’60. A differenza dei suoi genitori, totalmente analfabeti, Nonno Fuì aveva frequentato tutte e 5 le classi delle elementari e dei suoi Natali ricorda proprio la trepidazione per preparare la letterina.

In accordo con la maestra «chissà come si chiamava…» (non si ricorda e non ha più nessuno che potrebbe dirglielo) chiedeva alla mamma Rosina di comprare un biglietto. La mamma lo sceglieva ogni anno con attenzione, prediligendo sempre quello coi brillantini. A scuola, poi, i bambini scrivevano la poesiola. E il giorno di Natale, il babbo si sedeva a tavola e sollevando il piatto (la tavola era sempre apparecchiata con le stoviglie capovolte) scopriva la letterina. Ammirava i brillantini, e chiedeva ai figli di leggerla per lui.

La Romagna degli anni ’50 era una società patriarcale, per la mamma le letterine non erano ancora previste, ma per fortuna le cose stavano comunque cambiando.

Secondo Casadei: Nadel in Rumagna e l’omaggio ai concittadini per celebrare il Natale e la Romagna

Secondo Casadei in una foto degli anni '30: a Piadiniamo a Savignano sul Rubicone il liscio romagnolo di Secondo Casadei sarà l'anima della festa, assieme alla piadina

«Ho un ricordo bellissimo, ero poco più grande di te. A séra un žuvnöt. Ero un giovanotto, avrò avuto 18 anni o giù di li. Ero andato a Savignano con degli amici che avevano la macchina. Mancava poco a Natale e la campagna era tutta bianca di neve»

«Nevicava tanto?»

«Ohhh, faceva delle nevicate come neanche te le immagini! Noi però eravamo giovani, e la gioventù scalda!» Nonno Fuì guarda sornione Nicole che continua ad addobbare l’albero.

Erano fuori dal bar, lui e i suoi amici, ancora non si decidevano a tornare a casa. A un certo punto videro arrivare la macchina del mitico Secondo Casadei e della sua orchestra! Sicuramente rientravano da una o più serate nelle balere di tutt’Italia. L’Orchestra Casadei suonava in tutt’Italia e spesso facevano anche più di un concerto in balere diverse!

Dietro al finestrino videro nitidamente i sottili baffi del Maestro che accompagnavano il suo famoso sorriso! Abbassò il finestrino e si rivolse alla giovane comitiva «Hei ragazzi, che ne dite di un po’ di musica?» E senza neanche lasciare il tempo di capire cosa intendesse, dalla macchina dell’Orchestra Casadei partì a tutto volume la registrazione di Nadel in Rumagna.

Secondo Casadei, autore di Nadel in Rumagna in un bellissimo ritratto di Elena Raimondi per l'articolo Natale in Romagna

L’è Nadèl sòta e’ zil
dla mi tèra imbianchèda
Alleluia… alleluia…
tot i chènta davènti e’ camèin

Ma la mi burdéla
la n’é piò turnèda
e me staséra la vréb a què
a fè Nadèl cun me

«Venni poi a sapere che era un’usanza di Secondo Casadei quella di omaggiare la sua città, sotto Natale, diffondendo Nadel in Rumagna per le strade. Lo faceva tutti gli anni. E credimi Nicole: era da tutti atteso, questo magico momento. Perché rendeva tutto come un film, di quelli con Gregory Peck o Humphrey Bogart: Savignano sul Rubicone aveva la sua colonna sonora di Natale, un regalo bellissimo»

Secondo Casadei insegna: per cambiare le cose servono generosità e passione

Secondo Casadei autore di Nadel in Rumagna in una foto degli anni '30: a Piadiniamo a Savignano sul Rubicone il liscio romagnolo di Secondo Casadei sarà l'anima della festa, assieme alla piadina

«Nonno, io adoro Nadel in Rumagna, perché mi fa sempre pensare a te» E in un attimo quello scricciolo di Nicole sta stritolando la montagna d’uomo che è nonno Fuì. Micia se la ride, gli occhi del nonno si sono fatti subito acquosi. «Fa tanto il grosso, poi, basta una “strufagnata” della sua amata nipotina che si commuove»

Nonno Fuì pensa che Secondo Casadei è stato un artista incredibile. Ha tenuto duro, creduto nella musica romagnola proprio quando tutti volevano ballare i balli moderni americani. La sua passione l’ha portato a investire il tutto e nella musica, tanto da portare al successo non solo lui e la sua orchestra. Ma a rendere internazionale questo fazzoletto di campi colline e mare che, fino ad allora, conoscevano pochi in Italia, figurati fuori. A fare la differenza, fu anche la sua generosità d’animo, la stessa che lo portava ogni anno a suonare Nadel in Rumagna per omaggiare i suoi concittadini.

Non è un caso se nelle difficoltà di oggi, le nuove generazioni si stiano ispirando alla musica romagnola di Secondo Casadei. Ho scritto un articolo sul recupero della musica popolare che i giovani stanno portando aventi, salvalo e legggitelo con calma!

Le orchestre di liscio, ancora oggi, custodiscono il prezioso patrimonio della tradizione romagnola. Tradizione che nasce dall’unione di impegno, generosità e una vena di sana follia.

«E poi mi piace da matti anche San Silvestro, mi mette sempre tanta allegria!» Ah, San Silvestro, grande valzer, pensa il Nonno. E come amava ballarlo con la sua amata Marietta!

Dove si balla il liscio a Natale in Romagna

Hai voglia di feste natalizie all’insegna del ballo folk romagnolo e delle orchestre di musica da ballo? Intanto leggi l’articolo su dove si balla il liscio in Romagna e trova qui di sotto i link ai programmi natalizi dei principali locali da ballo della Romagna

Per Approfondire

Sono Elena Resta, abito a Lugo di Romagna, nella mia amatissima provincia di Ravenna. Mi occupo di web marketing e strategie narrative. 

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